Sei mesi di reclusione per L. G, il confrate 36enne che aveva suonato la campanella per far sostare la processione nei pressi della casa di Ninetta Bagarella, moglie di Totò Riina. Un gesto interpretato come una sorta di «inchino» alla consorte del boss corleonese. Il pubblico ministero Daniele Di Maggio aveva chiesto la condanna a due anni, per il reato di turbamento di funzioni religiose. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il frate, che fa parte della congregazione intitolata al santo, “avrebbe fatto in modo che la processione deviasse dal percorso ordinario e facesse una tappa e una fermata non prevista in via Scorsone, nei pressi dell’abitazione della moglie di Riina”. Una versione dei fatti che, però, è stata smentita nel corso del dibattimento dal parroco Domenico Mancuso. “La processione ha percorso la via Scorsone come sempre e non ci sono state soste prestabilite”, ha affermato il sacerdote. Anche i confrati e le consorelle hanno sostenuto la stessa tesi. “Ci sono state diverse fermate, ma dinanzi la casa dei Bagarella sicuramente no”, ha detto il frate. L’avvocato, Pierfrancesco Puccio, ha annunciato che il suo cliente si appellerà alla condanna
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